TURISMO IN ITALIA: QUALE SCENARIO PER IL GOVERNO RENZI

OUTLOOK 2013 E PROSPETTIVE FUTURE
“Abbiamo perso troppo tempo, ci sono state colpe della politica. Non abbiamo capito che la più forte arma per vincere contro la globalizzazione e l’economia integrata mondiale, è investire sulla nostra migliore risorsa: la bellezza, la storia, la cultura, il turismo … il paradosso è che negli ultimi anni si è avuta una forte espansione di turisti da nuove, grandi aree del mondo e noi invece abbiamo avuto una flessione nella nostra capacità di accoglienza”, sono parole di Dario Franceschini, nuovo Ministro del Turismo e dei Beni Culturali, che prosegue affermando che “uno dei motivi della stanchezza degli italiani nei confronti della politica, di qualsiasi colore è stato vedere molti annunci e pochi fatti corrispondenti a quegli annunci”.
In effetti negli ultimi vent’anni di annunci ne abbiamo sentiti molti, di programmi e progetti altrettanti ma di fatti … pochi, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti! Dal 1995 ad oggi abbiamo perso costantemente quote di mercato nei confronti dei nostri principali competitor, Francia e Spagna in primis, di questo abbiamo già detto più volte, ma alla luce dei dati a nostra disposizione sembra inevitabile che oggi la situazione vada assolutamente affrontata con vigore e lucidità, sia sul fronte internazionale che su quello domestico. L’anno 2014, per il turismo Italiano passerà infatti probabilmente alla storia per il sorpasso dei turisti stranieri rispetto a quelli nazionali; tutte le statistiche indicano che nei nostri alberghi ci saranno più pernottamenti di stranieri che di Italiani, ovvero, come dire che le mete turistiche Italiane sono più apprezzata all’estero che dai nostri connazionali!
Questo sorpasso è determinato infatti più dall’ingente calo della domanda interna piuttosto che dal forte aumento dell’incoming; il preconsuntivo degli arrivi internazionali fornito dall’OMT/WTO evidenzia infatti che nel 2013 in Italia sono entrati oltre 53 milioni di turisti stranieri, in crescita del 2,2% rispetto all’anno precedente, sempre per lo più prevalentemente provenienti dall’Europa Centrale (20 milioni circa, in crescita dell’1,0% circa) anche se quelli provenienti dai paesi extraeuropei sono cresciuti di più (+3,9%).

Se in termini assoluti tale risultato potrebbe non essere disprezzabile, il confronto con i Paesi emergenti o semplicemente dei nostri principali concorrenti evidenzia una performance di molto inferiore alle potenzialità del nostro Paese; nel Mondo infatti i turisti crescono del 5,0%, in Europa del 5,2%, in tutta l’area mediterranea del 6,1% (mercato dove l’Italia ha un market share del 25% circa!), in Grecia del +5,3%, in Portogallo del +5,1% ed in Francia del +4,5%. In questo contesto le nostre performance sono quindi da considerare sostanzialmente negative.

Secondo l’EUROSTAT, i 53 milioni di stranieri arrivati in Italia hanno prodotto nelle nostre strutture ricettive quasi 180 milioni di pernottamenti, più o meno gli stessi registrati dagli Italiani; la somma dei due macro segmenti genera comunque in totale una stagnazione delle presenze complessive rimaste sostanzialmente le stesse dell’anno precedente.
La componente domestica è infatti in forte contrazione; le rilevazioni dei “Viaggi e Vacanze in Italia e all’estero” dell’ISTAT (12 Febbraio 2104) rivelano una situazione quasi disastrosa, chiaramente influenzata dalla crisi degli ultimi anni; i pernottamenti effettuati fuori casa per vacanza o lavoro effettuati dai nostri connazionali nel 2008 erano oltre 700.000 mentre nel 2013 sono calati del 48,6% e sono ora poco più di 417.000, con ovvie conseguenze sulle performance delle strutture ricettive; val la pena inoltre ricordare che solo uno su tre di questi pernottamenti è stato speso in albergo (la maggioranza sceglie le seconde case o altre forme di ospitalità) e che dal 2011 al 2013 i pernottamenti per lavoro, si sono più che dimezzati passati da poco più di 33.000 a circa 15.500); il calo generale è certificato anche da Federalberghi secondo la quale nel 2013 i pernottamenti negli alberghi italiani sono calati rispetto al 2011 del 7,7%.

Per invertire questa tendenza e tornare a crescere come (o più) degli altri Paesi concorrenti, servono interventi concreti sia sul fronte della promozione (ad esempio migliorando il rilascio di visti d’ingresso) che della logistica (più voli diretti dai Paesi di provenienza) sfruttando al massimo la vetrina di EXPO 2015, perché la nostra immagine nel mondo, dopo il pessimo risultato rilevato da Future Brand nel 2012 (15° posto) ora ha recuperato posizioni ed è risalita al 5° posto; bisogna sfruttare il momento per migliorare le previsioni del WTTC (World Travel & Tourism Council), secondo il quale nel 2014 l’Italia si attesterà su un numero di arrivi internazionali di poco superiore ai 55 milioni (+3,1%), mantenendosi al terzo posto in Europa e (per ora) ancora al quinto nel Mondo per valore assoluto, ma con un tasso di crescita complessivo tra i più bassi, posizionandosi oltre il 170° posto su 184 nazioni analizzate, sia per la crescita a breve che per quella a medio termine (prossimo decennio).
Le Catene Alberghiere presenti in Italia, però, ottengono risultati mediamente migliori rispetto alla media nazionale; l’Osservatorio sulle Compagnie Alberghiere curato da STR Global, indica infatti che il 2014 per gli oltre 200 alberghi monitorati (per oltre 30.000 camere) sarà l’anno del ritorno ai risultati conseguiti nel 2007, certamente l’anno migliore registrato dal turismo Italiano dopo la crisi mondiale conseguente all’attacco terroristico alle Torri Gemelle; il REVPAR (l’indicatore che assimila le due componenti fondamentali per la lettura del risultato commerciale conseguito da qualunque struttura ricettiva, ovvero il TOC, Tasso di Occupazione, e l’ADR, Prezzo medio per camera disponibile, sta tornando quello di 6 anni fa azzerando gli effetti negativi generato dalla crisi finanziaria mondiale.

Da dove dovrebbe quindi ripartire il nuovo Ministro? Riteniamo da alcune certezze:

Incentivando l’arrivo di nuovi viaggiatori perché il turismo nel mondo continuerà a crescere, su questo non ci sono dubbi, basta verificare il confronto fra le proiezioni sull’andamento della domanda effettuate tempo fa dall’OMT/WTO ed il relativo consuntivo per comprenderlo; ci sono milioni di turisti pronti a venire nel nostro Paese e potrebbero essere molti di più di quelli che attualmente riusciamo ad intercettare. Ogni punto percentuale di incremento degli arrivi dall’estero genera nei nostri alberghi quasi 2 milioni di pernottamenti ovvero con l’indotto, mal contati, 1 miliardo di Euro di giro d’affari. Per il 2014 già si prevede un consolidamento della crescita dell’incoming pari al +3,1% superiore a quello del 2013 (2,2%), o, ma pur sempre al di sotto dei tassi segnati dalle destinazioni concorrenti.
Imparando dalle best practice come ad esempio Taormina, dove la semplice apertura di due alberghi della prestigiosa catena Orient Express ha generato nell’intera destinazione crescite del REVPAR a due cifre negli ultimi quattro anni! Che nel nostro Paese siano ancora poche le Catene Alberghiere internazionali e troppo piccole quelle nazionali che per lo più stentano a sopravvivere è noto a tutti ma fino ad oggi si è fatto veramente troppo poco per dare slancio all’aggregazione;
Investendo negli attrattori turistici di maggior prestigio, soprattutto quelli culturali: qualcosa si sta già facendo, a partire dal rilancio di Pompei favorito dal finanziamento con petroldollari (“Il Kuwait è pronto a investire su Pompei e punta al modello Della Valle usato per il Colosseo”, ad annunciarlo è lo Sceicco Ali Khaled Al-Sabah che ha tracciato le linee del suo ‘piano’ per le relazioni con l’Italia- (Adnkronos); ma non solo, uno dei driver di maggior successo degli ultimi anni è la cultura del corpo ed i centri fitness, le SPA, le Terme vanno per la maggiore e l’Italia è il Paese delle mille risorse termali, per lo più pochissimo sfruttate turisticamente parlando.
Migliorando la componente ricettiva, favorendo la ristrutturazione degli alberghi attraverso forme di incentivazione mirate per favorire il riposizionamento su nuovi segmenti di mercato come ad esempio gli Hotel Destinazione (strutture ricettive in grado di “fare domanda” da sole, essendo loro stessi un attrattore, in particolare negli edifici STORICI), gli Hotel low-cost e gli Ostelli di lusso (perché la domanda del turismo “giovanile” è stata spesso lasciata in secondo piano ma i giovani di oggi sono i turisti del domani) ed, infine, comunque e sempre gli Hotel di Lusso ….ma sostenibile; la qualità paga sempre e la si può ottenere anche senza investimenti enormi! Realizzare alberghi di design belli ed a costi sostenibili non è impossibile, serve solo una buona progettazione di base e cultura nel costruirli.

Auguri Ministro!
Emilio Valdameri

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