Programma Turismo Italia 2020…ognuno per sé, ma sparsi!

di Emilio Valdameri, Coordinatore Comitato Turismo Federimmobiliare
Si è tenuto a Roma il 25 Gennaio 2012, presso la Sala delle Colonne della Camera dei Deputati, un incontro programmatico indetto dall’On. Prof. Pierluigi Mantini, Presidente dell’Osservatorio Parlamentare del Turismo ed insigne urbanista, incentrato sulle strategie turistiche da adottare nel nostro Paese per indurre i turisti del nuovo millennio (provenienti da vecchi e nuovi mercati) a venire in Italia; alla giornata di lavoro erano stati invitati tutti i responsabili delle categorie e delle associazioni interessate al tema.
Nell’occasione è stato presentato agli operatori il nuovo Ministro Piero Gnudi, noto e stimatissimo professionista ma (forse unico fra i suoi colleghi di Governo) con pochi precedenti specifici nel settore. Al tavolo, oltre al Ministro ed al padrone di casa Mantini, presenti anche il Coordinatore degli Assessorati Regionali del Turismo, Assessore M. Di Dalmazio, gli On.li Gabriella Carlucci, Ignazio Abrignani ed Elisa Marchioni oltre ai Presidenti delle tre associazioni di Categoria, Confturismo, Federturismo ed Assoturismo.
Mantini, nel lodevole intento di favorire il confronto, aveva chiesto a tutti gli invitati di produrre un documento programmatico da trasmettere nell’occasione al Ministro, affinché prendesse coscienza delle idee e delle necessità delle categorie a supporto delle sue decisioni sulle azioni da intraprendere. Il prossimo appuntamento fra 60 giorni ci dirà se tali istanze avranno generato qualche effetto oppure se, come quasi sempre è accaduto in passato, saranno state messe nel cassetto o cestinate direttamente.

Perché questa è l’impressione che normalmente si ricava da chi si occupa di governare il nostro turismo; essere indifferente alla stragrande maggioranza delle proposte avanzate da coloro che vivono giornalmente le problematiche operative generate dal sistema. Un chiaro ed ennesimo esempio della lontananza fra politica e sistema produttivo lo ha fornito Gabriella Carlucci che oltre ad essere un Parlamentare è anche Sindaco di Margherita di Savoia (http://www.margheritadisavoia.com), un paesino costiero pugliese poco distante da Trani a Bari, la quale durante il suo intervento ha spiegato con passione e fervore le immense difficoltà da lei riscontrate, pur in veste di Sindaco per ristrutturare gli impianti termali locali, nel superare gli ostacoli burocratici dovuti alle salvaguardie imposte dai vari enti preposti al paesaggio, al contesto idrogeologico, .. e così via. Orbene non sono i problemi che tutti noi incontriamo ogni giorno per cercare di finalizzare la nostra attività immobiliare?
Ma chi deve risolvere questi problemi se non i politici, avviando processi di semplificazione e de-burocratizzando i processi autorizzativi? (Ora, comunque, abbiamo un alleato in Parlamento per avanzare le nostre istanze, anzi per appoggiare quelle dell’On Carlucci che sembra intenzionata a far valere le sue ragioni in Parlamento).
Chi ha ben inquadrato alcune problematiche essenziali è stata Elisa Marchioni, che con molta lucidità ha evidenziato che un momento di convergenza politica in parlamento come quella odierna sarà difficilmente ripetibile e forse è l’occasione buona per agire concretamente su pochi temi condivisi, come ad esempio l’introduzione del Turismo come materia concorrente e non più esclusiva in capo alle Regioni e conseguente modifica dell’Art. V della Costituzione. Un passo avanti indispensabile verso la riorganizzazione della Governance.
Perché una realtà chiaramente emersa durante la giornata è il totale e costante disallineamento fra i vari enti pubblici e gli operatori sulla cosiddetta vision turistica, completamente diversa fra Ministero, Regioni, Parlamento ed associazioni di categoria: per il Ministro ad esempio lo scenario non desta preoccupazioni, deduzione dettata dalla lettura delle proiezioni dell’Organizzazione Mondiale del Turismo che in sintesi si esprime nell’equazione: siccome il turismo crescerà nel Mondo, anche l’Italia ne beneficerà e quindi potremo migliorare le nostre performance e creare 1,6 milioni di posti di lavoro (!!!!!!!); certo è una straordinaria opportunità, ma per coglierla non si può…vivere ancora di rendita e stare alla finestra aspettando i turisti. Anche Berlusconi, nel 2007 a Genova durante la Conferenza Nazionale sul Turismo, disse più o meno le stesse cose promettendo una pioggia di danaro per promuovere il nostro Paese ed elevando il turismo ai vertici della sua politica, peccato che poi se ne sia evidentemente dimenticato, come si può evincere dalla nullità delle azioni messe in campo e dai pessimi risultati ottenuti dal nostro Paese in questi ultimi anni.
Ma forse nemmeno il Governo Monti aveva preso a cuore il settore; innanzitutto sembrava che il Ministero del Turismo venisse soppresso ed accorpato alle attività Produttive (ed a Gnudi avrebbe dovuto essere assegnato il Ministero delle Infrastrutture); poi si vociferava dell’azzeramento e/o soppressione dell’ENIT (Agenzia per la Promozione Turistica ora commissariata) e conseguente accorpamento con l’ICE (Istituto per Commercio Estero). Alla fine tutto sembra rimanere come prima ed ora si parla di Pier Luigi Celli (ex RAI e DG Università Luiss) alla Presidenza dell’ENIT con Daniel John Winteler (ex AD di Alpitur ed ex Presidente di Federturismo/Confindustria) alla direzione generale, due grosse personalità da cui aspettarsi grandi risultati, ma anche due stipendi che presumibilmente ridurranno ulteriormente la già scarsa dotazione economica dell’ENIT per fare promozione all’estero, visto che già oggi le risorse assegnate all’Ente sono assorbite per l’80% dai costi del personale e delle sedi; c’è solo da sperare in stanziamenti più elevati
Di tesi diametralmente opposta l’Assessore Di Dalmazio, che afferma che spendere soldi per promuovere l’Italia all’estero oggi sarebbe scellerato perché pubblicizzando un prodotto “decotto” e “superato” si otterrebbe l’effetto contrario, ovvero generare aspettative che poi rimarrebbero deluse con evidenti contraccolpi negativi. Come dargli torto?
La nostra ricettività (come è chiaramente emerso dalle nostre ricerche) è decisamente obsoleta e disallineata (salvo pochi e rare eccezioni) e le nostre città sono spesso poco “ospitali” (non adatte alla fruizione turistica, sempre salvo eccezioni), le nostre infrastrutture insufficienti (qui senza alcuna eccezione) ed i sevizi erogati del tutto inadeguati (salvo poche e rare eccezioni).
Sono ormai in molti all’estero che sostengono che il Bel Paese è sparito e che il Bien Vivre (caro alla Dolce Vita) oramai risieda altrove. Come dargli torto?
Eppure basterebbero alcuni interventi mirai a ridare smalto e vigore alla nostra ospitalità, partendo proprio dal Prodotto (ovvero la ricettività, le infrastrutture, i servizi) ma soprattutto dall’accoglienza: le nostre città (quelle turistiche) e le nostre destinazioni, vanno in parte ripensate ed adeguate alla nuova domanda.
Quello che è certo è che le idee, se pur molte, sono estremamente confuse, spesso contrastanti fa loro, il più delle volte incongruenti ed estranee ad una qualche strategia; forse solo su una cosa sono tutti concordi (ed ormai, credo, lo siano da oltre trent’anni) in Italia manca una vera cabina di Regia che rediga una strategia di fondo intorno alla quale far ruotare tutte le azioni idonee a perseguire uno o più obbiettivi. Lo fanno tutti i Paesi nostri concorrenti, attraverso la stesura di programmi, la definizione di processi, una idonea ed armonica legiferazione ed infine la lettura dei risultati conseguiti.
Che lo faccia il Ministro Gnudi, incaricato a tempo breve (come da lui stesso chiaramente evidenziato) e senza portafoglio, è difficile pensarlo, dobbiamo solo sperarlo, altrimenti attenderemo il prossimo interlocutore. Nel frattempo…avanti…, ognuno per sé, ma sparsi!

Ministro Gnudi